Siamo andati ad intervistare Paolo Mantini, il fondatore, ideatore e direttore del visionario progetto Clockbeats Orchestra, di cui avevamo già parlato in precedenza, rimanendone estasiati. Ecco a voi le parole dell’uomo che potrà rivoluzionare interamente il modo di concepire, intendere e formare un’orchestra musicale.

Come è nata l’idea di fondare un progetto così rivoluzionario quanto interessante come un’orchestra del genere?
È nato tutto gradualmente. Molto difficile dare un punto d’inizio perché è stata un’evoluzione continua.
Si tratta di un lavoro che ha coperto due anni e di un pensiero che, ancora adesso, evolve sempre di più, inarrestabile. Clockbeats Orchestra sarà l’orchestra di Clockbeats. Perché fondare un’orchestra?
Penso che la musica classica sia la base di tutto.
Il concetto d’orchestra è esattamente ciò che sarà Clockbeats poichè l’orchestra è un insieme di elementi che lavorano e suonano attraverso un unico direttore che li riunisce e li conduce verso l’armonia.
Clockbeats funge da garante, organizza e dà il tempo “CLOCK” di lavoro.

Essere supportati da “Clockbeats” è stato d’aiuto per la realizzazione del progetto?
Assolutamente si. Se l’avessi creata senza l’ausilio di Clockbeats nessuno mi avrebbe creduto. Ora posso dire di aver trovato dei collaboratori veramente motivati e professionali. Chi amministrerà tutti gli eventi e la stessa orchestra sarà Gabriele Levi che agirà tramite la sua società musicale, Ghimel.

Leggi l’intervista completa su SoundBound.it